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Il non senso (e il rischio) dei Pride.

  • infotuttorotto
  • 19 giu 2024
  • Tempo di lettura: 3 min

Orgoglio o Accettazione? Una Riflessone sulle Celebrazioni Moderne


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Se vi chiedessimo se siete orgogliosi di essere bianchi, o neri, caucasici o asiatici, vi suonerebbe bene? Probabilmente no.



Negli ultimi anni, sembra che ogni giorno ci sia una nuova "giornata del Pride" dedicata a una vasta gamma di cause, dalle più famose come le questioni LGBTQI+, passando per malattie specifiche o disturbi psicologici, neurodivergenze, aspetto corporeo e via dicendo.


Tuttavia, questo proliferare di celebrazioni dell'orgoglio suscita alcune riflessioni critiche sul significato stesso di "orgoglio" e su come venga applicato a queste diverse realtà, il concetto di orgoglio, tradizionalmente, si riferisce a un sentimento di soddisfazione derivante dal raggiungimento di un obiettivo attraverso impegno e sforzo personale.


Cerchiamo di procedere in modo organizzato e comprensibile, facendo alcuni esempi.


Queer ed LGBTQI+


Quando si parla di giornate dell'orgoglio per caratteristiche innate, come l'orientamento sessuale, il discorso si fa delicato, poiché vi sono diverse sensibilità nella gente e anche diversi livelli di comprensione del discorso, cerchiamo quindi di essere molto chiari e specifici e precisiamo che non stiamo discutendo in alcun modo della questione dei diritti umani, che da sempre sosteniamo dover essere uguali per tutti.


Prendiamo il caso della comunità LGBTQI+, una delle più discusse attualmente. L'orgoglio di essere omosessuali, bisessuali, transgender o qualsiasi altra identità inclusa nella sempre crescente sigla LGBTQI+ appare come privo di senso.


Se, come molti sostengono, l'essere queer è una caratteristica innata, al pari del colore dei capelli o dell'altezza, da cosa deriva l'orgoglio?


Chi appartiene a queste comunità spesso nega l'esistenza di un'agenda propagandistica di indottrinamento culturale e sociale (discuteremo ampiamente di questo in un prossimo articolo, discutendo ampiamente del perché affermiamo questo e rimanendo, come sempre aperti a una civile discussione) affermando che "queer si è e non si diventa".


Tuttavia, come anticipato, l'orgoglio dovrebbe derivare da qualcosa di conquistato con impegno.


Ha sicuramente senso allora essere orgogliosi della lotta per i diritti, delle battaglie sociali affrontate, spesso con grandi difficoltà, ma essere orgogliosi di una caratteristica innata sembra svuotare il concetto di orgoglio del suo significato originario; sei parte di una comunità come quella LGBTQI+? Bene, ma non hai fatto nulla per esserlo, che tipo di orgoglio deriverebbe da questo?


Body Positivity


Un ulteriore esempio lampante di questa confusione è la crescente questione della cosiddetta "body positivity".


Originariamente nata come movimento per promuovere l'accettazione del proprio corpo e contrastare i canoni estetici irrealistici imposti dalla società, la body positivity è arrivata a celebrare, con orgoglio, condizioni di sovrappeso o obesità.


È fondamentale distinguere tra l'accettazione di obesità dovute a patologie e la promozione di una condizione medica che spesso comporta gravi complicanze per la salute.


Celebrare l'obesità senza considerare i rischi associati può promuovere una visione distorta di cosa significhi realmente essere orgogliosi.

Accettare e rispettare ogni corpo è importante, ma confondere l'orgoglio con l'accettazione di una condizione potenzialmente pericolosa può portare a conseguenze negative per la salute pubblica.


Neurodivergenze, Malattie Mediche e Psicologiche


Lo stesso discorso vale per le neurodivergenze, le malattie mediche e psicologiche.


Queste condizioni non sono frutto di scelte personali né di sforzi voluti, quindi parlare di "orgoglio" in questi contesti può risultare fuorviante.


È, ancora una volta, importante distinguere tra l'accettazione e la celebrazione di sé stessi nonostante le difficoltà e l'orgoglio per qualcosa che si è ottenuto attraverso sforzi personali.


Celebrare l'accettazione e il riconoscimento delle sfide quotidiane è vitale, ma l'orgoglio per una condizione che non si è scelto e per cui non si è lottato rischia di essere privo di significato.


Ma quindi?


Questi sono solo alcuni esempi e non coprono, ovviamente, tutte le possibili sfaccettature di ogni singolo caso.


Ogni situazione deve essere considerata nelle sue peculiarità, ma questo discorso globale sulla questione dell'orgoglio in senso generale solleva interrogativi importanti.


La moltiplicazione delle giornate dell'orgoglio rischia di snaturare il senso di queste celebrazioni e, allo stesso tempo, di sminuire l’importanza reale delle cose per cui andare oggettivamente orgogliosi.


Invece di focalizzarsi sull'orgoglio per caratteristiche innate, sarebbe più appropriato parlare di accettazione, riconoscimento e supporto per le sfide che queste persone affrontano quotidianamente. Celebrando l'accettazione, si possono promuovere comprensione e inclusione senza incappare in contraddizioni logiche sul significato di orgoglio.






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